martedì 15 marzo 2011

Volpino il Vichingo ultima parte



Sembra ieri, sembra ieri il giorno in cui sono partito alla volta di Venezia ed atterrato ad Oslo. Sono passati quasi otto mesi. E dopo tutto questo tempo è arrivato il momento di tirare le somme. Come avrete capito la stagione per i Frisk Asker è terminata. Siamo stati eliminati nei quarti di finale per quattro partite ad una proprio come l'Alleghe. Com'è normale che sia ci sono stati momenti belli ed altri più difficili. Non è iniziata nel migliore dei modi. Ho avuto mille difficoltà nelle prime settimane, ma come qualcuno che ha molta più esperienza di me in questo campo mi ha detto, c'è sempre un periodo iniziale di adattamento in cui non bisogna scoraggiarsi, ma affrontare le "difficoltà" con serenità. Ecco diciamo che a me è mancata un po di serenità e di pazienza nelle prime settimane. Ora guardo con un sorriso a quel periodo, come anche altre volte nella mia carriera sportiva ho capito che quei periodi ti permettono di "crescere" a livello personale molto di più dei momenti belli e di successo.

Passate leprime difficoltà sono iniziate le amichevoli e ho iniziato ad integrarmi bene nella squadra e senza neanche accorgermene è arrivato il 18 settembre ed è iniziato il campionato. Le prime 13 partite sono andate molto male per la squadra, solo una vittoria e tante difficoltà. Per quanto mi riguarda invece le cose andavano alla grande, ed ammetto che è stato un piacere indossare il casco d'oro, l'equivalente della maglia del top-scorer usata inItalia. Poi purtroppo è arrivato l'infortunio, l'incubo di tutti glisportivi (o alemeno di quelli che l'hanno avuta) cioè la pubalgia. Avevo avuto lo stesso problema quattro anni fa, proprio quando ad Alleghe c'eraMats Lusth, l'anno dei quarti di finale con il Bolzano e della semifinale purtroppo persa in gara 5 con il Milano. Questa volta come in passato non èstato facile uscirne, tutti i medici e fisioterapisti hanno idee diverse ariguardo.


Ho provato un po' di tutto e alla fine, non so neanch'io esattamente grazie a chi o a che cosa, la pubalgia è sparita. L'unica nota positiva di tutto questo è che ho passato una ventina di giorni ad Alleghe, e proprio li ho iniziato a rimettere i pattini, più di un mese dopol'ultima partita giocata in Norvegia. Sono tornato ad Asker il 9 dicembre e mi sono allenato con la squadra fino alla settimana di Natale, e grazie alla lunga pausa natalizia sono riuscito a passare il Natale a casa.

Ho avuto quindi unpo' di tempo per ritrovare la forma e il 9 di gennaio ho disputato la prima partita dopo l'infortunio. Le prime 4-5 partite sono state molto buone poi ho avuto un calo nel rendimento. Non so neanch'io bene il motivo, misentivo bene, ma non riuscivo ad esprimermi al meglio e da li è iniziato un periodo un po' difficile condito anche da un po' di sfortuna (il disco non voleva saperne di entrare in porta e i pali e le traverse erano i miei incubi peggiori). Poi è arrivato il raduno con la nazionale che mi ha aiutato a staccare un po' la spina. In effetti dopo la pausa ho giocato unpo' meglio ma ancora non erano soddisfatto delle mie prestazioni.

Ho così deciso di avvalermi dell'aiuto di un psicologo che da metà stagione ci è stato messo a disposizione dalla società. Questo mi ha aiutato moltissimo e mi ha permesso di giocare le 5 partite di playoff molte bene e di essere soddisfatto del finale di stagione. Certo qualcuno vedrà in modo bizzarro il ricorrere allo psicologo nello sport. Ma posso garantire che a me ha aiutato molto, quando non riesci ad esprimerti al meglio entri in un vortice in cui vedi solo il lato negativo delle cose, e la maggior parte delle volte secondo me è proprio questo che non ti permette di esprimerti al meglio.


Certo si può uscirne da soli, ma le parole adatte o un incoraggiamento, al momento giusto possono essere veramente fondamentali. Come detto all'inizio è ora di tirare le somme. Inizio con il dire che è stata un'esperienza molto positiva, sia dal punto di vista sportiva che da quello umano.


Come avrete capito nelle righe precedenti non sono del tutto soddisfatto della mia stagione, ma non posso dire di essere deluso. Certo potevo fare dipiù, sotto tutti i punti di vista, ma ho dato il massimo ogni qualvolta sono sceso sul ghiaccio (46 partite in totale) quindi non posso rimproverarmi piùdi tanto. Sono fiero di aver rincorso il sogno di giocare una stagione all'estero per tutta la mia carriera, e di poter dire di avercela fatta. Ora sono sull'aereo che mi riporterà in Italia e non posso fare a meno di pensare a tutto quello che è stato.

Non dimenticherò facilmente i compagni di squadra che mi hanno sempre trattato molto bene e con cui si è
creato un gran bel rapporto. Cercherò di non dimenticare quel po' di norvegeseche ho imparato anche se sarà molto difficile…:-) Le uniche cose che non mi mancheranno della Norvegia saranno i -25 gradi di dicembre, il buio alle tre del pomeriggio e i prezzi assolutamente assurdi..

Mentre scrivo sono sull'aereo che mi riporterà in Italia, spero i miei articoli sul blog vi siano piaciuti e ci rivedremo o qui o…sul ghiaccio dell'Alvise De Toni :-)

Ha de bra (saluto norvegese) Nicola